“Arvo è la nostalgia. Quella per il luogo in cui sei cresciuto.
Un luogo che per anni ha ospitato le tue corse, le sbucciature alle ginocchia,
la paura di perdersi nei boschi, gli eccessi, e gli amori.
Arvo è il paradosso della nostra ricerca della natura,
in luoghi in cui la natura è distorta, capovolta, turbata e innaturale almeno quanto noi.”
https://open.spotify.com/album/7dHFcoSF4jc1GZ6jxbcFyN
A tre anni di distanza dal loro disco di esordio, l’apprezzato “Hymn for the Bad Things”, tornano i Mamavegas e lo fanno con un album che prende il titolo dal nome di un lago artificiale. Un luogo reale ma che potrebbe essere anche solo immaginato, falso, costruito e che parte da un paradosso: quello della natura “imposta alla natura”, quasi una “violenza” nei confronti della natura stessa, per riflettere sulle incongruenze che caratterizzano la nostra vita. “Arvo” è quindi un rifugio reale (dai problemi, dalle ansie e dal cemento), ma anche illusorio. Una suggestione, una finzione di ciò che è naturale.
“Arvo” esce il 7 aprile per 42 Records, con distribuzione Master Music, e per questo lavoro i Mamavegas hanno cambiato approccio, sono ripartiti dalla loro essenza: quella di un gruppo formato da sei persone di gusti ed estrazioni musicali diverse (con esperienze passate e parallele che vanno dal jazz, alla musica elettronica e sperimentale, passando per ambiti più classicamente rock) che riescono a interagire alla perfezione dando vita a un sound mutevole e ricco. Per la prima volta nella loro storia i brani sono stati composti suonando insieme, in sala prove. Un anno di gestazione e lavoro in cui le singole idee sono diventate immediatamente condivise e il risultato è per forza di cose più naturale e diretto dal punto di vista degli arrangiamenti e della scrittura, ma studiatissimo nei suoni e nelle intenzioni. Rispetto al lavoro precedente, le trame acustiche si sono fatte più elettriche e nervose, senza perdere però quella raffinatezza che ha sempre caratterizzato il suono dei Mamavegas. Un disco intimo, composto da dieci tracce in cui folk, rock, indie, pop e psichedelia si fondono creando un continuum sonoro avvolgente e sognante, con testi che raccontano storie e stati d’animo personali e con l’elemento acquatico filo conduttore latente ma presente in tutto il concept (dall’illustrazione di copertina, al titolo, ai brani).
L’album è stato coprodotto e registrato dalla band insieme ad Andrea Sologni(Gazebo Penguins, Giardini di Mirò, Fine Before You Came, Crimea X…) all’Igloo Audio Factory di Correggio (RE), mixato da Giacomo Fiorenza e masterizzato da Andrea Suriani all’Alpha Dept (BO).
TRACKLIST
1. Blessed And Gone
2. Wonder Tortilla
3. Ten Days
4. P-Syndrome
5. The Flood
6. January 19
7. Count To Four
8. Shimmers
9. On My Knees
10. Last Call